Il Ponte sullo Stretto di Messina? Una favola che favola deve rimanere

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C’era una volta: le favole incominciavano così, tanti anni fa, ma le favole oggi non sono di moda e non si raccontano più ai bambini, ma le nostalgie degli adulti per i tempi andati sono difficili da cancellare. Moltissimi adulti infatti, per esempio, credono ancora che il Ponte sullo Stretto di Messina, prima o poi, sarà realizzato: a questa favola vogliono ancora credere. E vogliono crederci perché si ostinano a pensare che la Sicilia non deve, e non può, rimanere isolata dal resto dell’Europa in quanto la Sicilia è la punta estrema dell’Europa, a sud.

Quella del Ponte sullo Stretto è una favola che si tramanda da decenni e decenni, e su questa favola, in realtà, molti ci hanno guadagnato bei soldoni, altri ci hanno speculato politicamente andando oltre la favola, creando illusioni. Hanno guadagnato anche coloro che si sono opposti, in nome della tutela dell’ambiente, alla realizzazione del Ponte. In tanti hanno ricavato un utile, non certo i Sicilia. La Sicilia è un’isola, e isola deve rimanere: in ciò potrebbe esserci anche un lato positivo, ma questo “lato” positivo non lo vedono i Siciliani, e tantomeno non lo vedono (o non lo vogliono vedere) i politici che al governo li rappresentano.

Il collegamento tra Sicilia e Continente (estremamente vitale, per un’isola) deve rimanere precario: questo lo impone la strategia politica nazionale, lo impone la strategia delle multinazionali. Non a caso ancora oggi all’imbocco dell’autostrada Reggio Calabria-Salerno c’è un bel cartello con la scritta “Italia”, come a voler sottolineare che l’Italia inizia lì e la Sicilia è tutt’altra cosa.

Perché, dunque, meravigliarsi delle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, espresse attraverso il suo portavoce Jacopo Giliberto, che evidenziano come “Non esiste l’intenzione di riaprire le procedure per il Ponte sullo Stretto di Messina: il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l’iter di legge”, smentendo le notizie diffuse da un quotidiano nazionale che sostenevano che “il meccanismo amministrativo per realizzare l’opera si è rimesso in moto”. D’altra parte lo stesso ministro per lo Sviluppo economico Passera nel giugno scorso, aveva affermato che il Ponte sullo Stretto “non lo considero tra le infrastrutture prioritarie“, ricordando che “Tra l’altro il governo Monti aveva definanziato il progetto del mega-ponte togliendo fondi per 1,6 miliardi, motivando la scelta proprio per l’assenza, dopo tanti anni, di un progetto definitivo”.

Gli Italiani sanno bene – perché l’hanno pagata e la continueranno a pagare sulla propria pelle – qual è la strategia politica del premier Mario Monti e del suo Governo: tasse e tasse e ancora tasse. Perché sprecare grosse somme per realizzare un’opera che potrebbe portare beneficio alla Sicilia? Meglio la Tav e incrementare i collegamenti tra il centro e il nord dell’Italia, il resto è meglio lasciarlo ai pescecani di turno.

Il Ponte sullo Stretto è stata una bella favola che in tanti hanno ritenuto che potesse trasformarsi in realtà: la favola è bella fin quando rimane favola, guai a cambiarne i connotati.

Salvo Barbagallo

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One Thought to “Il Ponte sullo Stretto di Messina? Una favola che favola deve rimanere”

  1. La Sicilia, oltre ad essere la punta estrema dell’Europa.È anche il rimorchio d’Italia.L’isola per mancanza di ifrastrutture viene penalizzata due volte: quando si importa e quando si esporta.

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